Eccomi qui, sull’altra sponda del guado, fiero e pronto ad affrontare qualunque strada mi si presenti davanti. Con fiera cautela mi accodo ai miei compagni di viaggio accampando la scusa che essendo sprovvisto di gps non posso essere di grande aiuto a capo del gruppo. La realtà è che non riesco a tenere la ruota neppure della vespa e, temendo un sorpasso di quest’ultima, preferisco mangiarmi una buona dose di polvere rimanendo dietro. Approfittando del fatto che l’intera brigata si è fermata al guado a fare foto riprendiamo la marcia cercando di guadagnare vantaggio utile alla classifica, ci facciamo spiegare la strada che meglio si adatta alla vespa e partiamo. Qualche decina di metri e arriviamo ad un bivio, il gps tentenna, Marco va in ricognizione ma non riesce a trovare tracce utili per la scelta. In quel preciso istante mi vengono in mente i versi di una poesia di Robert L. Frost, “the road not taken”, che più o meno recitava così: “Divergevano due strade in un bosco, ed io…
io presi la meno battuta,
e di qui tutta la differenza è venuta”
ed è esattamente quello che facciamo…..
invece di prendere la strada in salita decidiamo per quella verso valle e la differenza a cui accennava Frost si è palesata in un colpo solo.Percorriamo velocemente lo sterrato. Piccola buca con fango, la supero. Dosso, pozza di fango….la supero, curva a destra e…..Marco entra con la moto in una mega pozzanghera dalla quale, con la ruota posteriore, solleva un Geyser marrone e ,faticosamente, riesce ad uscirne. Paolo gli è a ruota, si lancia e…rimane lì, accelera ma la Vespa, come un battello sopraffatto dalla tempesta, affonda. Nel vero senso della parola. Il motore va in immersione e si spegne. Paolo è prigioniero, non ci resta che entrare nella pozzanghera e mentre io spingo Mauro tira e siamo fuori. Rimaniamo io e la mia BMW e non ci penso neanche di attraversare il fango, decido per il terrapieno a sinistra e sono dall’altra parte. Ormai è chiaro che abbiamo sbagliato strada ma non possiamo tornare indietro. La strada ci accompagna dolcemente a valle fino a quando non decide di venirci in aiuto per la tabella di marcia e muta pericolosamente la sua inclinazione. Mauro scompare grazie alle sue indubbie doti da pilota, davanti a me Paolo, con la sua vespa rossa, molla i freni, estrae le gambe dalla pedana e viene inghiottito dalla mulattiera. Io, che di dubbi ne ho molti sulle mie doti, inchiodo il freno posteriore e faccio cento metri a “spazzaneve”. Sono in piedi e sono salvo, la strada è di nuovo in piano.
Ritroviamo, oltre un prato, una strada asfaltata e delle case. Ci indicano come proseguire e ci ritroviamo al punto di partenza del dopopranzo. Non ce la sentiamo di ricominciare il percorso e ci dirigiamo verso Savona. Squalificati. Poco male, è una serata bellissima e arriviamo al mare. Sono fiero di quello che ho fatto e felice di essere ancora vivo, imbocchiamo l’Aurelia e arriviamo a Finale Ligure. Ci sono già delle moto e gli Advil, con le loro sul “carretto”. La notizia è che si sono persi quasi tutti e domani si continuerà senza classifica. Che giornata!