TheDSR Legends_Deus alza l’asticella

Quando pensi che il peggio sia passato, arriva una nuova manche del DEUS SWANK RALLY.

Chi, come me, pensava che superata la data di apertura della stagione, disputata sulla neve e sul ghiaccio di Alagna, il proseguo del campionato fosse tutto in discesa si è sbagliato di grosso.L’unica discesa era quella prima dell’arrivo e per tutto il tracciato sono stato impegnato a non far schizzare il cuore fuori dalla gola, dove si era incastrato.

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L’occasione era imperdibile, correre a fianco dei campioni che hanno tappezzato la mia cameretta di adolescente. I piloti che per tutti gli anni anni ’80 hanno fatto sognare milioni di quattordicenni in sella alle Cagiva Aletta Rossa, Aprilia Tuareg, Yamaha DT, Gilera Arizona Rally e Honda Parigi-Dakar. Io avevo una Vespa PK ereditata da mio cugino e credo sia questa formazione di base  che mi ostacola nel godere appieno delle meraviglie del fuoristrada……Poco importa. Mi presento sul tracciato di prima mattina e, poco dopo, vengo raggiunto dai miei compagni d’avventura, Adelio Lorenzin e Samy Panseri, ormai miei punti di riferimento per le avventure offroad.

Se il primo è un campione di simpatia e di tecnica il secondo è esattamente come lo vedete in foto. Inconsapevole del significato “incolumità”, dategli una moto qualsiasi e lui cercherà di vincere, ad ogni costo. Cuordileone. E nel mio estenuante tentativo di apprendere le sacre leggi della guida offroad, ogni volta che mi superano, cerco di imitare un qualsiasi dettaglio che mi aiuti a sopravvivere.Adelio ci porta a fare il giro della pista a piedi per  studiare le traiettorie migliori e …..imbocchiamo la pista dalla parte opposta. Non ci abbattiamo, fino a quando non vedo il primo tratto del circuito. Pronti via, dopo l’arco gonfiabile di Yamaha si deve solo sfiorare un abete, affrontare un paio di rocce e lanciarsi in un sentiero, con a lato una staccionata di legno, ricoperto di detriti di ogni genere. Fortunatamente dopo migliora…..Un toboga tra abeti, radici, tronchi tagliati e fango ricoperto di foglie.Seguo in silenzio Adelio e Samy che discutono delle traiettorie migliori mentre con lo sguardo cerco una qualsiasi radura dove, nell’eventualità, possa atterrare un elicottero per soccorrermi….ed è tempo delle prove libere.Sono pronto….non è assolutamente vero, se non ci fosse Adelio a spronarmi starei seduto nel retro del furgone. Colleziono tre giri liberi dove, incredibilmente, ne esco vivo. Quando parte la gara riesco a strappare la promessa di Filippo Bassoli a lasciarmi un po’ di vantaggio su quelli che partiranno dopo di me e …. 4.45.96 è il tempo che strappo, gli unici dietro di me saranno una vespa scramblerizzata e due o tre moto che si sono fermate causa problemi di carburazione. Per la cronaca ha vinto Adelio in 2.50.

Lo Swank Rally sta alzando l’asticella? Si, ma è l’unico evento che ti insegna che i limiti sono solo nella tua testa e ti aiuta a superarli.

Lunga vita a The Deus Swank Rally, ci vediamo a Biarritz.

Le foto nell’articolo sono di Marco Renieri.