Momenti di Gioia

Sarebbe stato meglio titolare “momenti di gloria”, come l’omonimo film, ma della gloria, nel dorato mondo del Custom , ti accorgi presto che non te ne fai un bel niente. Meglio concentrarsi sulla gioia, la tua  e quella degli amici per i risultati ottenuti in una sfida o semplicemente per lo stare insieme.

Wheels and Waves, El rollo, Over the Top e Glemseck 101 sono gli ultimi eventi, dall’ultimo articolo scritto, a cui ho partecipato dove ho rincontrato un sacco di amici.

Del W&W non ho avuto tempo e voglia di scrivere, come di una relazione che ormai si è sfilacciata ma non hai il coraggio di troncare. Ormai, almeno per me, si tratta di un amore lontano. Trasformatasi da evento di costume, unico e incredibile in una piccola Eicma dove l’unico momento di “spontaneità tribale” è rappresentato dal circo del burnout alla Place du Port davanti al Cafè Miguel….che tristezza. Quest’anno la manifestazione è stata rovinata dal maltempo e non è riuscita a dare il meglio di se ma, sotto tutta quella pioggia, uno sprazzo di sole si è visto.

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La carovana di Deus ex Machina ci ha regalato la cosa più incredibile che, ci scommetto, neppure gli amici del W&W si aspettavano. La tappa basca del “The Deus Swank Rally”. L’evento che più di tutti ha catalizzato l’attenzione e i cuori dei partecipanti. E’ stato come una tromba da stadio suonata all’interno di una chiesa durante la recita del rosario.

Decine di moto, pubblico da grandi occasioni, un bosco infinito e tonnellate di fango. Questa è stata la ricetta perfetta per l’evento più cool, spaventoso e divertente del W&W 2018. Una delle prove più dure alle quali ho partecipato (ma ormai lo dico ad ogni tappa) che di certo rimarrà scolpita nella mia mente per sempre. Ho percorso l’infinito tracciato per tre volte e, a tutti e tre gli arrivi, l’istinto di baciare la terra dove appoggiavo i piedi è stato fortissimo. Un incubo. Mi sono sentito un eroe.

El Rollo, occasione per far debuttare la mia nuova/vintage Beta 250 preparata dalle sapienti mani di OMT Garage è stato a lungo a rischio cancellazione per la stramaledettissima pioggia per poi regalarci una giornata di gare inaspettata. Meno piloti rispetto all’anno scorso ma il calore spagnolo merita il viaggio.

Ritornato in terra italiana è stato il momento di cimentarsi nella seconda tappa dell’Over the Top. Ormai l’evento sta prendendo forza e struttura, ci si diverte un sacco e, nonostante l’agonismo, nel paddock si respira sempre aria di festa. Per me è coinciso con il primo serio infortunio, distorsione al ginocchio sinistro, che però non mi farà saltare l’ultima tappa del 7 ottobre.

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Per concludere arriviamo a Glemseck 101 2018. Riesco a strappare un invito all’International Boxer Sprint grazie all’intercessione di Jörg e Steven che appena vista la moto finita se ne innamorano. Con Gabriele Cerri di Toys Garage, i realizzatori delle nuove forme della R1200S, partiamo alla volta di Leonberg e una pioggia battente ci accompagnerà per le sette ore di viaggio successive. Arriviamo a pezzi e cercando di non affrontare il discorso sul meteo che ci aspetta domenica, giorno della nostra gara.

Al nostro risveglio il sabato si preannuncia decisamente bello e il sole accompagnerà lo svolgimento di tutte le gare cuocendoci come due spiedini e, a fine giornata, complice l’attesa e la tensione per il giorno seguente, abbiamo la sensazione di aver fatto un trasloco tanta è la stanchezza accumulata. Ceniamo e filiamo a letto perdendoci i festeggiamenti di chi ha già gareggiato. La sveglia suona presto, il cielo è grigio e appena ci presentiamo a fare colazione inizia a piovere. Già me la facevo sotto in condizioni di asciutto…figuriamoci adesso.

Ci presentiamo al circuito e anche lì regna l’incertezza, se non si ferma la pioggia e l’asfalto rimane umido la corsa è cancellata. Il morale sta perforando la crosta terrestre e il dispiacere di non confrontarci con gli altri piloti e non poter mostrare la nostra creatura al mondo si scontra con la sensazione di panico che ormai si è impadronita di ogni millimetro del mio corpo. Se decidono di correre con la pista umida sono spacciato.

Ma dopo qualche ora di attesa ecco l’imponderabile, si ferma la pioggia e la pista inizia ad asciugare con l’aiuto di …..un soffiatore per foglie…… Siamo pronti, breve briefing e mi capita il numero 2, sono il primo a partire. Obbligatorio il burnout! Non l’ho mai fatto! Breve spiegazione e la mia gomma posteriore sparisce nella nebbia della gomma combusta. Primo sparo di prova, la mia BMW si intraversa, impenna e punta verso le balle di paglia, sono tremendamente secondo. Grazie al cielo la gara è nello sparo successivo. La bandiera si abbassa, scatto, meglio il mio avversario, recupero, la Nine T ha un’incertezza e taglio per primo il traguardo. Convinto di andare a perdere anche questa volta chiedo a Gabriele e mi conferma la vittoria del primo duello, non ci credo…adesso che ci penso non ricordo di aver vinto mai nulla. Mi sembra il giorno di Natale, sono già felice così. Ma la gara non ha soste e sono già pronto per la seconda sfida. Ormai sono il drago del burnout….infatti affumico tutta la pit lane…Bandiera e mi lancio lungo la striscia d’asfalto e senza una spiegazione logica scatto primo, scarico tutte le marce che ho nel cambio(Grazie Davide di Moto Service Lodi per la messa a punto meccanica!!) e taglio il traguardo. Incredibile, sono in finale. Ci guardiamo increduli. Potrebbe atterrare un u.f.o. e per noi sarebbe semplicemente normale. La finale, aimè, decreterà un vincitore che non sono io, ma chi se ne frega. Mi piazzo secondo alla Boxer Sprint 2018 battagliando contro delle bellissime Nine T con una R 1200 S del 2006. E chi se lo scorda un giorno così.

TheDSR Legends_Deus alza l’asticella

Quando pensi che il peggio sia passato, arriva una nuova manche del DEUS SWANK RALLY.

Chi, come me, pensava che superata la data di apertura della stagione, disputata sulla neve e sul ghiaccio di Alagna, il proseguo del campionato fosse tutto in discesa si è sbagliato di grosso.L’unica discesa era quella prima dell’arrivo e per tutto il tracciato sono stato impegnato a non far schizzare il cuore fuori dalla gola, dove si era incastrato.

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L’occasione era imperdibile, correre a fianco dei campioni che hanno tappezzato la mia cameretta di adolescente. I piloti che per tutti gli anni anni ’80 hanno fatto sognare milioni di quattordicenni in sella alle Cagiva Aletta Rossa, Aprilia Tuareg, Yamaha DT, Gilera Arizona Rally e Honda Parigi-Dakar. Io avevo una Vespa PK ereditata da mio cugino e credo sia questa formazione di base  che mi ostacola nel godere appieno delle meraviglie del fuoristrada……Poco importa. Mi presento sul tracciato di prima mattina e, poco dopo, vengo raggiunto dai miei compagni d’avventura, Adelio Lorenzin e Samy Panseri, ormai miei punti di riferimento per le avventure offroad.

Se il primo è un campione di simpatia e di tecnica il secondo è esattamente come lo vedete in foto. Inconsapevole del significato “incolumità”, dategli una moto qualsiasi e lui cercherà di vincere, ad ogni costo. Cuordileone. E nel mio estenuante tentativo di apprendere le sacre leggi della guida offroad, ogni volta che mi superano, cerco di imitare un qualsiasi dettaglio che mi aiuti a sopravvivere.Adelio ci porta a fare il giro della pista a piedi per  studiare le traiettorie migliori e …..imbocchiamo la pista dalla parte opposta. Non ci abbattiamo, fino a quando non vedo il primo tratto del circuito. Pronti via, dopo l’arco gonfiabile di Yamaha si deve solo sfiorare un abete, affrontare un paio di rocce e lanciarsi in un sentiero, con a lato una staccionata di legno, ricoperto di detriti di ogni genere. Fortunatamente dopo migliora…..Un toboga tra abeti, radici, tronchi tagliati e fango ricoperto di foglie.Seguo in silenzio Adelio e Samy che discutono delle traiettorie migliori mentre con lo sguardo cerco una qualsiasi radura dove, nell’eventualità, possa atterrare un elicottero per soccorrermi….ed è tempo delle prove libere.Sono pronto….non è assolutamente vero, se non ci fosse Adelio a spronarmi starei seduto nel retro del furgone. Colleziono tre giri liberi dove, incredibilmente, ne esco vivo. Quando parte la gara riesco a strappare la promessa di Filippo Bassoli a lasciarmi un po’ di vantaggio su quelli che partiranno dopo di me e …. 4.45.96 è il tempo che strappo, gli unici dietro di me saranno una vespa scramblerizzata e due o tre moto che si sono fermate causa problemi di carburazione. Per la cronaca ha vinto Adelio in 2.50.

Lo Swank Rally sta alzando l’asticella? Si, ma è l’unico evento che ti insegna che i limiti sono solo nella tua testa e ti aiuta a superarli.

Lunga vita a The Deus Swank Rally, ci vediamo a Biarritz.

Le foto nell’articolo sono di Marco Renieri.

 

Over The Top Flat Track Race _ Metalstorm

Eccomi di nuovo, the lazy writer. 
Dopo l’apertura della stagione con la SnowQuake ho pensato bene di iscrivermi al campionato Over The Top per misurami con un altra missione impossibile. Un mini campionato di Flat track su quattro gare che si disputeranno sul circuito federale di Lonigo da aprile ad ottobre.

Supportato da OMT Garage Racing Team, di cui sono orgogliosamente membro (poveri loro), mi sono presentato carico di aspettative all’evento. Appuntamento sabato pomeriggio al circuito per sfruttare una mezza giornata di prove su una pista mai vista prima e, dopo pochi giri, mi rendo conto che le ore passate a girare Badia Calavena non mi aiuteranno, questa pista è totalmente diversa.

Qui si deve guidare sul serio, a Badia le curve ti aiutano con la pendenza, qui se esageri sul dritto e non butti giù la moto in curva non hai speranze. Indovinate cosa ho fatto io.

Ho cercato di accampare scuse sulla pesantezza della moto, il manubrio non adatto, il fondo della pista a me sconosciuto, le cavallette….insomma, ho difeso con i denti l’ultima posizione.

Il consuntivo è comunque ottimo, la compagnia è stupenda, a parte qualche scintilla in pista nelle categorie “supereroi” ci si è divertiti un sacco.

Ci vedremo in gara 2

Impossible_The Swank Rally on ice e The Snowquake

E’ passato ormai un mese e mezzo dal mio battesimo sul ghiaccio e da allora non ho avuto una notte libera per rimettere in fila tutte le emozioni della due giorni più incredibile della mia vita su due ruote.Regola numero uno! Se c’è ghiaccio sulle strade è consigliabile non guidare l’auto, recitano tutti i media non contemplando, nemmeno lontanamente, che qualcuno possa farlo con una moto. Ma il virtuoso dell’off-road è inversamente proporzionale al buon senso, se c’è un ostacolo lo deve superare. E’ grosso? Meglio.Esattamente come avviene nei bambini in tenera età tutte le cose potenzialmente pericolose mi affascinano, ed essendo, come un bimbo che inizia a stare sulle gambe, completamente in balia della guida off-road cerco di preparami al peggio. Come nei precedenti appuntamenti sono accompagnato nell’impresa dalla mia splendida Beta GS 250 magistralmente preparata, per l’occasione, da OMT Garage che mi farà da balia per questa due giorni. Più che un team una famiglia che mi ha accolto, aiutato e spronato ad affrontare questa impresa ghiacciata.

Ci siamo, è tempo di avviare i motori, ma il Beta non ha la minima intenzione di accendersi. Lo prendo come un segno del destino e, per la prima volta nell’arco della giornata, la mia bocca accenna un sorriso. Niente da fare, il box si mobilita. Si smontano candele, carburatori , si accenna una danza propiziatoria, si aggiunge un litro di miscela e, inaspettatamente, il motore inizia ad urlare…..e lo vorrei fare anche io. Ma ormai è tempo di raggiungere il parco chiuso. Partono tutti e non mi resta che seguirli ma ecco la mia seconda chance, da sotto il serbatoio parte un getto orizzontale di miscela. Mi abbasso, il tubo di gomma del carburante ha ceduto, cerco di mettergli una nuova fascetta ma si taglia. Ormai è finita, non ho più tempo e poi dove lo trovo un tubo di gomma in mezzo al nulla? Ma nella cassetta di Adelio Lorenzin!! Ormai è chiaro che la fortuna mi ha voltato le spalle, dovrò correre.C’è tensione, sul piazzale che anticipa il circuito un sempre sorridente Filippo Bassoli ci accoglie e ci confida il segreto della guida sul ghiaccio. La regola dell 3C: Cautela, Crederci, Culo. Aggrappandomi all’ultima C mi lancio sul circuito e incredibilmente resto in piedi, il tempo non è tra le mie priorità e lascio che il Beta mi sventoli come una bandierina attraverso il tracciato.

Alla fine tra giri di prova e cronometrati colleziono otto giri, una caduta e quattro Padrenostro. Contento di avere ancora tutte le ossa in ordine raggiungo il paddock e rastrello le poche forze rimaste per la gara che ci attende domani. Lo Snowquake.

Eccoci pronti alla gara, siamo tantissimi. Molti piloti italiani ma altrettanti da tutta europa con una copertura mediatica di tutto rispetto con tanto di troupe televisiva droni e fotografi ai quali sarebbe più semplice entrare al Pentagono piuttosto che sul tracciato. Tutto questo dispiegamento di forze toglie un po’ di goliardia all’evento declassandolo a “rottura di palle”. Tempi lunghissimi di attesa per il proprio turno in balia di un vento gelidissimo, piloti che si perdono tra una birra e una salamella con conseguente ritardo sulla pit lane. Nonostante tutto si parte, la mia categoria è la vintage, e me la gioco con Adelio Lorenzin, la moto di Steve McQueen (quella vera) e un ragazzo francese al quale si rompe il motore nel giro di allineamento. Disputiamo due gare e in entrambe mi piazzo terzo, sul podio. Poco importa che fossimo tre sulla linea di partenza, dire che ti sei piazzato terzo fa sempre un bell’effetto.