Wheels and Waves 2017_ El Rollo, Un giorno da leoni

Ogni anno ripeto sempre la stessa frase: “questa è l’ultima volta”.

E ogni anno rieccomi qui a macinare chilometri per raggiungere il parco giochi che ogni motociclista sogna. A dire la verità l’atmosfera è cambiata molto dal primo Wheels and Waves al quale ho partecipato ormai 4 anni fa. Più spontaneo, più folle, più gratuito…. con migliaia di moto a solcare le strade di questa meravigliosa città. Ora è tutto molto ovattato rispetto a prima, la festa era al faro adesso in un recinto alla Citè de l’Ocean, ad un passo dalla città ma comunque ai margini. Di special ce ne sono poche, Harley, Triumph e BMW con le valige ormai sembrano più numerose delle nostre amate moto speciali. Resiste il Bar Miguel, calamita delle scorribande notturne dove, fino alle 3 del mattino, c’è qualcuno disposto a disintegrare gomme e motori in infiniti burnout per mandare in visibilio la folla che si raduna davanti alle sue vetrine.

Ma quest’anno sono qui per una ragione in più. Ho ben 2 moto registrate per le due gare presenti nell’evento basco. El Rollo e la Punk’s Peak Race hanno accettato la mia candidatura nonostante la moto da flattrack fosse un cumulo di pezzi allineato su un bancone e la Buell una vecchia conoscenza visto che già l’anno precedente era iscritta salvo poi non partecipare per maltempo.

Ancora con addosso l’adrenalina dell’Essenza Competition di Monthlery mi presento, stanchissimo, alla partenza del El Rollo. Arrivato solo la sera prima varco, tra i primi, il cancello dell’ippodromo di San Sebastian.Con me Cesare, il mio medico anestesia di fiducia(non scherzo) in veste di meccanico. Sono teso come una corda di violino, se con l’ottavo di miglio so cosa aspettarmi una gara di flattrack per me è un salto nel buio. Nonostante le ore spese con Marco Belli me la faccio addosso.

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Scarichiamo la moto e accade l’imponderabile, il Kawa non da segni di vita. Sfoderiamo tutte le nozioni di meccanica che conosciamo, purtroppo si limitano a “c’è benzina?”, “hai dato corrente all’accensione?” fine. Il nulla. L’avviamento elettrico tace e, nonostante mi accanisca sulla pedivella di avvio, non c’è traccia di una scintilla. Smontiamo il codino e il serbatoio contemplando, senza capirci nulla, il fascio dei fili dell’impianto elettrico.

Disperato, visto le ore notturne spese da Toysgarage per realizzare questa meravigliosa moto da flattrack  e i chilometri percorsi per essere qui, mi volto e vedo il furgone di OMT Garage parcheggiato dietro di me. Mi prestano immediatamente un avviatore e la Kawa prende vita, un momento prima che aprano la pista per le prove.

Siamo in pista, il primo turno di prova è un’agonia, in seconda sono sul rettilineo e la moto sembra scarburata, scoppietta. Esco dalla pista e si spegne. La rimettiamo in moto sul tracciato per il secondo turno ma cambia poco e comunque miglioriamo di tre secondi che ci permettono la qualifica. Arriva Gabriele di Toysgarage e chiama Davide, il nostro supermeccanico, in Italia. Ci consiglia di lasciare l’avviatore collegato alla batteria in modo da ricaricarla il più possibile.

Rientro in pista e …..tutto cambia. La cura di Davide funziona e la Kawasaki sul rettilineo esplode in un ruggito.

Ci allineiamo, tremo più forte della motore. Ci siamo, la bandiera si alza e via. Supero in fretta i concorrenti, alla prima curva sono secondo, alla seconda sono terzo e alla terza quarto. Sarà la mia posizione definitiva e fuori, come tempo sul giro, dal quartetto dei migliori che passano in finale. Sollevato per aver partecipato alla gara ed essere ancora vivo mi godo il paddock chiacchierando con gli amici quando, colpo di scena, vengo iscritto alla Last Chance, ultima possibilità di partecipare alla finale.

Sono di nuovo dentro, mi indicano la posizione numero uno, pole position! Mi volto e vedo una giovane ragazza al mio fianco in sella alla sua BSA. Ormai sono rassegnato, anche questa volta sarò polverizzato da un’affascinate ragazza… Hanno appena spianato la pista, sembra un’enorme saponetta. Partiamo e, come da programma, la ragazza mi passa senza difficolta ma, alla seconda curva, si sdraia. Non riesco ad evitarla e le salgo su una caviglia finendo all’esterno della curva. Sono primo e in pieno delirio agonistico, dopo il rettilineo, arrivo lungo. Un pilota mi supera e per i rimanenti quattro giri lo rincorro cercando di non spalmarmi a terra. Secondo!!

La gioia esplode e la festa nel paddock anche, secondo!! e chi se lo aspettava. Il tempo e la posizione mi assicurano la finale.

Mi sembra di vivere la vita di un altro. Sono per la terza volta in un giorno sulla linea di partenza di una gara di flattrack in uno dei luoghi più belli dove farlo. Nella finale Rookie.

Bandiera verde, spalanco il gas e il pilota davanti a me in griglia sta fermo.  Lo colpisco con spalla e mano sistra ma sto in piedi. Alla prima curva mi passano in tre. Non ho più forza, il tracciato si è trasformato in una pista da cross, ci sono solchi e buche. Combatto ad ogni curva contro la gravità e la mia inadeguatezza alla guida ma arrivo fino in fondo. Sono a pezzi e felice, come se avessi vinto la lotteria di capodanno. All’arrivo ci si abbraccia un po con tutti, anche se non ci si è mai visti prima, gonfi di adrenalina e stanchezza. Ma le sorprese non sono finite. Mi avvicino al palco per la premiazione ormai gremito di fotografi e videomaker, non faccio in tempo ad appoggiarmi allo steccato della pista che sento uscire dagli altoparlanti il mio nome. Mi sembra di non aver capito bene e la folla inizia a guardarsi attorno. La voce ripete “al quito posto Alessandro Giuzio “. Esulto, salgo sul palco e mi faccio mostrare il foglio perché ancora non ci credo. Sono sul palco con le braccia per aria come se avessi vinto una gara del mondiale. Grazie Toysgarage, grazie Cesare e stragrande OMT Garage. E chi se lo scorda più un giorno così.https://vimeo.com/223988287