Anche quest’anno non sono riuscito a resistere al richiamo dell’evento che, ormai tre anni fa, ha cambiato il mio approccio al mondo delle moto. Eccomi pronto, moto funzionante, giubbotto di pelle d’ordinanza, scarponcini Revit (ahimè poco resistenti alle intemperie), drone, macchina fotografica, dispositivo servoassistito per riprese cinema con iPhone e furgone.
Pronto per la mia settimana di libertà fatta tutta di chilometri macinati in moto e birre consumate nei bar vengo invece abbandonato dai miei compagni di ventura. Uno parzialmente giustificato da una impressionante sequenza di matrimoni ai quali deve partecipare (dove non mangerà nulla perché vegetariano…..) e l’altro……senza alcuna giustificazione. Scoraggiato vengo soccorso dalla mia famiglia : “Veniamo noi!”. Mi pervade un senso di commozione, ho il magone, ma non è chiaro se per il fatto che vengono loro o perché non vengono i miei amici……Opto per la prima, il loro sacrificio è decisamente più commovente. Decidiamo di affrontare il viaggio in due tappe e martedì pomeriggio arriviamo a BiarritzFervono i preparativi, ci sono già delle moto in giro per la città. Scarico la Buell per gli ultimi ritocchi affidati a Raffaella e via per il primo assaggio di libertà. Noto immediatamente una novità rispetto all’anno scorso, c’è il sole.Torno alla base e trovo le ragazze pronte per un giro turistico e mi offro come guida per accompagnare alla scoperta della città e sarà una scoperta anche per me, è la prima volta che la attraverso a piedi. Cena “leggera” e uno splendido tramonto chiudono la sera prima della grande apertura.