Mi faccio la special _ chapter 3

Meriterebbe un libro con tante pagine questa storia, un po’ per mettere in guardia chiunque voglia realizzare, con l’aiuto di mani esperte, una special e un po’ per appoggiarlo su una mensola della libreria come pietra miliare della stupidità, la mia soprattutto.

Siamo arrivati a giugno, sulla moto si stanno realizzando il nuovo coperchio che ospiterà la presa d’aria e i comandi dell’avviamento che arrivano dall’Inghilterra , sono comandi che montano le auto da rally, per esigenze di spazio verrà smontato e…danneggiato “e…se compri le cinesate…!”. Ma resisto.IMG_6791Il lavoro procede a singhiozzo, anche a causa di vicende personali del mio “aguzzino”che vanno al di là di una motocicletta, lo capisco e rimango in attesa, educato. Fino a quando non capisco che la mia buona fede è tradita. Mi vengono assicurati tempi di lavorazione che vengono puntualmente smentiti dalla realtà, realtà alla quale il mio “aguzzino” sembra totalmente dissociato a tal punto che in un paio di occasioni gli suggerisco degli interventi da fare sulla moto e dopo pochi minuti, come se nulla fosse, rivolgendosi a me mi comunica che gli è venuta in mente un’idea che è esattamente la stessa che gli ho detto io. La cosa mi inquieta ma decido di procedere, parafrasando Totò “volevo vedere dove voleva arrivare!”. Inizio a pagare degli anticipi che, scoprirò solo dopo, erano a copertura delle sole spese dei pezzi. Lo scopro, chiedo un preventivo definitivo che arriva dopo un paio di giorni. La botta e secca, di quelle che ti lasciano intontito, quelle che quasi non fanno male ma ti stonano. Mi rialzo dal “tappeto” e mi ripeto “non ha fatto male!”come un mantra, ma non è tempo di gettare la spugna. Chiedo una data precisa per la consegna, “fine luglio!” tuona il mio “aguzzino”. Diventerà la prima settimana di agosto, forse la seconda, tempo di fare l’impianto elettrico (1 settimana). Sparisce. Lo chiamo per 10 giorni consecutivi, non risponde e poi scollega il telefono. Si rifà vivo con giustificazioni che entrano nella sfera del paranormale…gli chiedo la moto per la prima settimana di settembre, voglio partecipare al Glemseck 101. “Non ci sono problemi, vengo anche io!”. E’ superfluo dire che la moto non verrà pronta, si è anche folgorata la pompa della benzina…Sono stremato, ormai ho gli incubi. Diciamo che a fine settembre, inizi di ottobre inizierà il lavoro sull’impianto elettrico e il traliccio porta sella. Per il traliccio ci metterà 4 settimane (darà la colpa al suo assistente) e per l’impianto elettrico QUATTROMESI!!! solo perché ogni tanto mi siedo in officina per alcune ore per assicurarmi che vada avanti. Arriva gennaio, l’impianto è ancora un budello appeso al telaio, molto ridotto rispetto all’originale, ma sempre fuori dalla sua sede. Il 17 gennaio, finalmente, facciamo la prima prova su strada e…la moto arriva a 3500 giri e si blocca, scalcia quasi ti getta in terra….”hai voluto montare quel filtro lì…!!”. Gli faccio notare che probabilmente è un problema elettrico, ma non c’è nulla da fare. Fa mappare la centralina ad un “esperto”. La moto continua a non funzionare, dà la colpa al filtro, il mio preziosissimo Kuryakyn Hypercharger, e lo demolisce. Via le alette anteriori e tappa l’uscita del filtro sul retro con una placca.IMG_7482 Basta, non ne posso più. Davanti alla scelta di pagare uno psichiatra decido di pagare lui e portarmi via la moto, vuole anche dei soldi in più per il tempo che ha dovuto dedicare all’impianto elettrico. Anche se gli faccio notare che è a causa della sua incapacità lo pago e me ne vado.IMG_7495La moto è indomabile, in più il “meraviglioso portatarga” monobraccio, montato sul mozzo posteriore, si spezza dopo appena 50 km. Per la cronaca si offre di ripararlo ma non lo voglio più vedere ne sentire. Contatto un virtuoso degli impianti elettrici, mi aveva già sistemato la mitica Mölta, e subito si accorge dei disastri fatti all’impianto. Il suo intervento, disperato, risolleva la situazione ma c’sempre un’incertezza a 3500 giri e la moto si ferma……Ormai sono deciso a prendere una tanica di benzina, cospargere la Buell, e farla finita. Devo prendere atto che ho preso i soldi e li ho buttati dalla finestra. Ma quando vedo solo buio attorno ecco che, vestito da Arcangelo Gabriele, compare Simon (questo è l’unico nome che farò nella storia e segnatevelo , è il “virtuoso” degli impianti elettrici. Lo trovate dal concessionario Harley di Lodi) che risolve tutto. Il conto è di tutto rispetto, ma molto meno di quanto mi aspetti, giro la fattura al mio “aguzzino” e gli chiedo anche i pezzi rovinati. I pezzi non li avrò mai ma la fattura, con comodo, la paga. La storia ha anche un lieto fine, la Buell parteciperà alla PUNKS PEAK RACE  gara di accelerazione organizzata per il Wheels & Waves che si terrà ad Hondarribia. Non ho una morale per questa storia, è che dovrebbe essere una gioia fare una special, trovare persone che veramente condividano un progetto con passione e sincerità. Il problema è rappresentato dai furbacchioni che non sono in grado di riconoscere i propri limiti e trasformano un sogno in un calvario. L’ho chiamata The Liar, un po’ perché sembrava una moto facile e invece si è dimostrata l’esatto opposto, e ,soprattutto, in onore del mio “aguzzino”, è riuscito a spostare l’asticella dei bugiardi a vette inesplorate.ready